I disturbi respiratori nel sonno: OSAS e russamento – Dott. Marco Fontana
Epidemiologia e patogenesi. L’OSAS (sindrome delle apnee ostruttive nel sonno) è una patologia respiratoria caratterizzata dal collassamento parziale (ipopnea) o totale (completa chiusura con apnea) delle alte vie aeree (faringe e laringe) dovuta nella maggioranza dei casi al sovrappeso. Colpisce circa l’8% della popolazione, con una prevalenza nel sesso maschile. E’ causata dall’infarcimento, da parte delle cellule adipose, dei muscoli tensori del faringe, i quali durante il sonno, complice il naturale rilassamento, non riescono più a garantire la pervietà completa delle alte vie aeree. In rari casi le apnee possono essere dovute a cause diverse o concomitanti al sovrappeso, ovvero alterazioni anatomiche quali ipertrofia dell’ugula, macroglossia, retrognazia. Il russamento semplice, che colpisce il 25% della popolazione, precede spesso di molti anni la comparsa delle apnee notturne ed è dovuto all’ipertrofia delle mucose delle alte vie aeree, che vibrando in maniera anomala durante il sonno, producono il caratteristico e fastidioso rumore. Tuttavia il russamento comporta esclusivamente un problema acustico e di relazione con il partner, ma non ha implicazioni cliniche.
Sintomatologia. A livello sintomatologico l’OSAS è caratterizzata dai seguenti sintomi: risvegli con sensazione di soffocamento, sonnolenza diurna, frequenti minzioni notturne, diminuzione della libido e della performance sessuale, cefalea mattutina, difficoltà a concentrarsi.
Fisiopatologia. Durante l’apnea si verifica una pausa (generalmente di 20-30 secondi) nella respirazione che comporta una riduzione dell’ossigenazione a livello di tutti gli organi e tessuti del corpo. In particolare ne risentono il cervello, il cuore, i reni, predisponendo la successiva comparsa di ipertensione arteriosa, eventi ischemici cardiaci e cerebrali. Inoltre le improvvise variazioni di pressione intratoracica durante lo sblocco dall’apnea, determinano una trazione a livello delle pareti cardiache che predispongono alla cardiopatia dilatativa ed allo scompenso cardiaco. In ultimo, il sonno del paziente apnoico è molto leggero, non ristoratore, destrutturato in quanto continuamente frammentato da risvegli prevalentemente sub-coscienti (arousal), che determinano poi la sonnolenza diurna.
Diagnosi. Durante la visita con lo Pneumologo attraverso un’accurata anamnesi è possibile già diagnosticare con buona probabilità la malattia. La conferma avviene tramite l’esecuzione di una poligrafia eseguibile anche a domicilio come da linee guida internazionali (American Academy of Sleep Medicine). L’esame prevede il monitoraggio notturno della respirazione attraverso alcuni sensori (saturimetro al dito, sensore di pressione nasale, sensore di russamento), elettrocardiogramma, nonché il posizionamento delle fasce toracica ed addominale per la rilevazione dei rispettivi movimenti. La presenza di più di 5 apnee (o ipopnee) per ora di sonno, conferma la diagnosi di OSAS.
Terapia. Se di grado lieve (tra 5 e 15 apnee/ipopnee per ora di sonno), richiede una terapia dietetica personalizzata ed una corretta igiene nel sonno (dormire in decubito laterale, pasti leggeri la sera, astensione da bevande alcooliche e fumo di sigaretta), salvo non siano presenti comorbidità (ipertensione arteriosa, cardiopatia, pregresso IMA o ictus, sonnolenza diurna importante). In quest’ultimo caso e quando presenti più di 15 apnee/ipopnee è necessario l’utilizzo notturno di un ventilatore a pressione positiva continua (CPAP), che eroga aria nelle vie aeree, garantendo in tal modo la pervietà delle stesse. Il paziente eseguirà un trial di titolazione a domicilio per circa un mese con un ventilatore auto-tarante (Auto-CPAP) al fine di individuare la corretta pressione da applicare in seguito mediante la CPAP. In alcuni selezionati casi, previa valutazione ORL e odontoiatrica, è possibile il posizionamento di apparecchi di avanzamento mandibolare (MAD) o interventi chirurgici ORL (spesso mediante laserterapia). In oltre il 90% dei casi la terapia ventilatoria notturna rimane il gold standard di trattamento, ovviamente associato al calo ponderale.
Follow-up. Il controllo nel tempo prevede visite semestrali e poi annuali al fine di verificare la compliance alla terapia, mediante lo scarico dei dati di funzionamento del ventilatore, l’assenza di apnee durante l’utilizzo del ventilatore e risolvere eventuali problematiche insorte.